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La pratica del canto lirico italiano bene immateriale dell’UNESCO: risvolti nell’attività ORL LP


La pratica del canto lirico italiano bene immateriale dell’UNESCO : risvolti nell’attività ORL LP


Dopo un percorso di molti anni, che ha portato figure molto diverse ad una collaborazione sempre piu’ stretta con le Istituzioni preposte, il 6 dicembre 2023 “la pratica del canto lirico italiano” è diventata il 16simo elemento italiano nell’elenco dei beni del patrimonio culturale immateriale dell’umanità UNESCO*. 


Pur con alcune involontarie confusioni sui termini (pratica del canto lirico, il canto lirico, salvaguardia del canto lirico…) il concetto è chiaro: esistono varie comunità, in Italia e nel Mondo, che fruiscono di questo bene, come è chiaro dal dossier**, ed è un bene della cultura italiana, una sorta di lingua italiana sovranazionale, che, come tale, va tutelato, diffuso, sviluppato. 


Finalmente, la fruizione del canto diventa un bene, che non si esprime solo con la salute della voce.

Quale ricaduta per noi, specialisti? ORL, Audiologi e Foniatri, ma anche specialità e professioni sanitarie affini?


NON è un problema legato solo alla cura della laringe e delle corde vocali. la pratica del canto non richiede solo “corde vocali in salute”, ma la salvaguardia della salute nelle molte comunità che fruiscono e vogliono continuare a fruire di un bene immateriale, che ha indubbi effetti sul benessere e sulla qualità di vita quale il canto lirico italiano. 


Pertanto la salvaguardia dell’udito e dell’ascolto, lo sviluppo di percorsi di fruizione dell’ascolto lirico nelle disabilità uditive, l’educazione alla prevenzione delle malattie dell’apparato respiratorio, la salute della bocca come seconda porzione del tratto vocale, delle sue funzioni articolatorie, masticatorie, risonatorie, la nutrizione adeguata alle necessità dell’attività e di conseguenza la riduzione delle occasioni di reflusso laringofaringeo, l’equilibrio come funzione necessaria al bilanciamento corretto delle posture, la pratica del canto come supporto alla degenerazione delle memorie e delle funzioni nervose, il canto come momento di collettività che facilita il mantenimento di una corretta respirazione e di una vita relazionale-sociale. 


Di fatto il “core element” di una Medicina dell’Arte Lirica che non è ancora in Italia ai livelli presenti in altri Paesi.


Il Comitato per la Salvaguardia del Canto Lirico Italiano ha precisato questo e molto altro nella documentazione che ci ha portati al riconoscimento***.


Questo bene immateriale ha mille ricadute nella nostra attività professionale quotidiana: sviluppiamole e promuoviamole.


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